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note dal cinematografo

NOTE DAL CINEMATOGRAFO / Appunti scimmieschi attorno al cinema, i suoi posti.

The Fall

Nella notte nera di un bosco giallo, una banda mascherata fa cadere da un albero la sua preda. Gli invasati membri scattano una tetra fotografia di gruppo per celebrare il successo della caccia come fosse di una fiera—ma si tratta di un uomo. Il prigioniero, anch’egli mascherato, viene quindi gettato in un pozzo con un cappio al collo. Lo scorrere furioso della corda descrive con un lugubre sibilo l’interminabile discesa fino allo scomparire della cima nel silenzio. Ma l’uomo è vivo.
Aggrappato alle pareti rocciose nell’umida profondità si libera dalle costrizioni, non della maschera, e con ancestrale destrezza da free solo comincia la lunga, malagevole risalita.
Andato in onda sulla BBC non annunciato e senza crediti, The Fall sono sette fiabeschi minuti che crescono a ogni visione evocando sinistri presentimenti sul nostro mondo, su tutto quello che abbiamo visto o sentito negli ultimi anni, e sull’uomo che siamo diventati—la percezione del quale forse ancora ci sfugge.
Anthony Minghella disse che un cortometraggio dovrebbe essere una frase perfetta. The Fall è la risposta di Jonathan Glazer a quel commento.

 
—acJonathan Glazer, 2019