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note dal cinematografo

NOTE DAL CINEMATOGRAFO / Appunti scimmieschi attorno al cinema, i suoi posti.

Strasbourg 1518

Dei tanti cortometraggi realizzati ultimamente da autori noti (Mati Diop, Pablo Larraín, Paolo Sorrentino e Sebastián Lelio tra le firme di quelli che ho visto) ce n’è uno che riesce dove altri stentano a penetrare l’ovattatura creativa di questo tempo statico senza precedenti.
Facendo riferimento nel titolo a un singolare caso epidemico di impellenza compulsiva a danzare per strada, Strasbourg 1518 sottintende un’analogia tra lo stravagante episodio storico e la claustrofobica condizione attuale. Con i meschini mezzi domestici di tutti in questo periodo, Jonathan Glazer e Mica Levi si incontrano di nuovo dando alla luce un lavoro che convince e prende forza progressivamente facendo dell’isterismo collettivo un ipnotico spettacolo.
Il delirio e la dipendenza della vita in gabbia secondo il raro genio di chi riesce a mantenere vivo nel torpore il fuoco dell’inquietudine artistica.

 
—acJonathan Glazer, 2020