Un posto strano e angusto in cui entra poca luce. Un teatrino di cartone in cui vivono conigli scuoiati, una fata paffuta, uomini in pena e spermatozoi mostruosi. Da fuori penetrano rumori industriali, suoni metallici, boati lontani, guaiti strozzati e misteriosi squittii. Eraserhead è l’incubo vergine di chi ha letto Gogol e amato Fellini. Uno spettacolo indigesto, fervidamente libero e liberatorio.