È bella Ruth Negga più di chiunque, che rende interessante un melenso stereotipo e cammina con le mani in tasca. Sono folgoranti la cadenza e le maniere dell’ossessione secondo Tommy Lee Jones. È bello il titolo, latino e magnetico, e soprattutto il profumo della graziosa nonnina inghiottita dal sedile di fianco al mio.
Per il resto, i soldi del biglietto di Ad Astra sono spesi tanto male quanto una multa per divieto di sosta e recano il medesimo gusto rancido delle cose che andavano evitate.
Oltre all’inaudito e all’indecoroso, non so davvero cosa avessi in mente quando ho deciso all’ultimo di entrare in sala. Probabilmente niente, che è molto più di quello con cui sono uscito.