Guardare un film di Lars von Trier è come scoprire una stanza murata in una vecchia casa e trovare il passaggio per entrarvi. The House that Jack Built è di questi antri uno dei più minacciosi. Dentro è buio, c’è un odore di umido che non convince, anzi inquieta, ma fermarsi è impossibile. Muoviamo qualche passo pensando di retrocedere, invece avanziamo, ed è proprio quello che vogliamo. Spalanchiamo gli occhi incoraggiando le pupille a dilatarsi, ed è solo allora che cominciamo a vedere i bagliori e le ombre che in assenza di luce il nero mangiava.