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note dal cinematografo

NOTE DAL CINEMATOGRAFO / Appunti scimmieschi attorno al cinema, i suoi posti.

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Bait

Bait è la sorpresa che chi ama il cinema va cercando e non si aspetta. È la sorpresa spero di ricevere io che sono andato a vederlo solo perché sulla locandina c’è un uomo con la barba come quelli che piacciono a me. Quelli che vivono perché hanno le mani grandi, la pancia di ferro e comodi stivali di gomma per camminare su superfici scivolose.
Martin pesca aragoste con una barca che non c’è più, in un luogo in cui il tempo sta minacciando l’identità di una generazione e il valore della sua eredità. È la Cornovaglia di oggi, stuprata e venduta ai villeggianti, che Mark Jenkin—lui stesso cornico e infuriato sulla questione—da solo scrive, dirige, fotografa, sviluppa, e virtuosamente monta. Ed è dietro al nostalgico formicolio dei sedici millimetri di una Bolex che combinando una bizzarra e tragicomica ironia alla genuinità persino ipnotica dei personaggi, da forma a una frustrazione personale e collettiva, e a un lavoro decisamente unico in tutti i sensi del termine.

 
—acMark Jenkin, 2019