Jojo Rabbit è un oggetto strano e sospetto come il suo faceto titolo. Sembra un film per bambini, ma non lo è affatto, e non è per adulti. Il linguaggio di Taika Waititi è un pasticcio in cerca d’autore che corteggiando Charlie Chaplin, Wes Anderson e Roberto Benigni alterna una comicità un po’ datata, un po’ da prete, talvolta divertente, a momenti inaspettatamente romantici, altri stucchevoli, altri ancora davvero toccanti.
Per tutto quello che non è, per l’indefinibile senso di sbagliato che gli dà colore, Jojo Rabbit è un film a modo suo intelligente che dipinge un interrogativo sul volto perplesso di chi l’ha visto—mi è piaciuto?—e chiude in grande, recuperando la formidabile versione in tedesco di Hero, David Bowie, e affidando la propria candida anima ai versi di Rainer Maria Rilke. ‘Lascia che tutto ti accada, bellezza e terrore. Devi solo andare avanti. Nessun sentire è mai l’ultimo.’