—ac
cinematografo_squarespace_thumb_brighter.jpg

note dal cinematografo

NOTE DAL CINEMATOGRAFO / Appunti scimmieschi attorno al cinema, i suoi posti.

The Other Side of Hope

‘You might be wise, but I’m older. Let me make a call.’ Malinconico, nostalgico, faceto, al limite del grottesco, evocativamente soviet. The Other Side of Hope (Toivon tuolla puolen) sfugge agli aggettivi, brilla sopra le convenzioni. L’umorismo ironico e paradossale di Aki Kaurismäki mi è in qualche modo familiare. Le ombre realiste e i bagliori fiabeschi con cui fotografa temi drammatici come guerra, immigrazione, razzismo e musica country sono singolarmente sinergici e contagiosi.
Alle prime battute il pubblico si accigliò interrogativo. Poi si chiese se altro non fosse che una finnica, sgargiante presa per il culo, ma prima di convincersene l’effetto esilarante era entrato in circolo. La gente uscì dalla sala con un sorriso ebete, una serenità insensata, e qualche sasso in più nelle tasche.

 
—acAki Kaurismäki, 2017