Cavallo bianco
Un coro di idioti con voci diverse,
gli occhi crepati tra gli orchi nel letto
e i santi del giorno.
Da solo sta un pazzo sopra una piatta
in un mare d’aceto e liquido piombo.
Un cavallo è nell’acqua
di nervi scultorei il pallido crine.
Si leva uno zoccolo ad alzare la sabbia,
dal fondo nel cuore
inquieta e grave la torbida nube.
Scuro di notte il lento scarnare dei loro artigli,
il sogno di un sonno che non si sveglia.
Eccolo, è l’uomo—
grida il pubblico a terra tra la pena e l’orrore,
Eccolo è l’uomo, che non sarebbe mai stato.
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