—ac
FranzKline_LeGros_1961.jpg

stanze

Fuochi di sopra

Proprio adesso
ed è impossibile.

Il tamburo che gira
non è di latta
ma pieno di cose
di chimico umore.

I fuochi di sopra
poi il legno che parla
non si capisce
e come i topi scricchiola.

Che fine hanno fatto.

Se morti nel gesso
si sono dati
o fatti giganti.

Veri di rabbia
immoti nel vuoto
di una caccia finita
e un amore perduto.


—ac
Miele di paglia

Bevi acqua come cani il vino,
di vite storte ti ubriachi.

Sai dei sogni di tutti i folli
il miele di paglia dei loro graffi.

Novembre ladro, ti prego resta.

Continua a rubare, mentire ed essere.
Non farti ammazzare dalla volpe dorata
né dal respiro che porta via il giorno.


—ac
Canoni e fughe inverse

Le sei e trentotto
la scimmia più nera e più forte.

Coi denti rotti
il petto d’acciaio
lo sguardo demente.

Sono canoni e fughe inverse
del tempo le fiere mute.

Solo numeri estratti
come idee non scritte
dimenticate.


—ac
La torre delle scimmie

Quando rapito venne in città
nulla sapeva
delle strade e dei muri
dei cavi di ferro sopra i tetti.

Le statue nelle piazze
lo guardavano col sospetto
dei padri non pronti
che il tempo trasforma
in mortale amore.

Capitato senza giorno
nel quartiere delle scimmie
vide la torre.

Si avvicinò a respirare il cemento freddo.

E quando folli di febbre scomposta
le strane bestie si fecero avanti
all’urlo lacero chiuse gli occhi
e dalla musica si lasciò ferire.


—ac
Cuore degli ultimi

La luna innevata
è più chiara del giorno,
e le idee verranno.

Sul dorso scarno del candido arcano
feroci affamate e sporche di vita.

Un furore insano
che nel fango affonda
di merda amara si avvelena.

Poi nudi dell’elmo,
sotto una coltre scura che pesa e punge
come lana fradicia sulla pelle.

Il cuore degli ultimi,
di chi ogni giorno nel freddo muore
e ogni domani ancora vive.


—ac