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gente e strade

Martini

La sala dei membri del V&A è luminosa, il soffitto alto, il vetro appena rigato da qualche goccia di pioggia e il legno bianco ovunque, scuro come l’ebano solamente sotto i piedi. Ci sediamo a un tavolo che sembra essere nostro da sempre. Quello accanto è l’unico vuoto. Trovo i miei libri dove solitamente stanno, sul lungo basso mobile che taglia a metà il ristorante. Li sfoglio mentre ho già deciso cosa ordinare. Martini, la scelta vegana del giorno, non sto a leggere cosa sia. Sono uguali, commenta il piccolo commensale. No, sono diversi. Mary McCartney è una fotografa, il suo libro è più grande, è in bianco e nero. Balenciaga è Balenciaga, pensavo fosse fuori stampa, lo è stato per qualche mese. No, sono uguali, insiste, ma pettinati diversamente. Alzo gli occhi e seguo il suo sguardo. Uno è rasato, cardigan blu, bretelle panna e brogue corvine. L’altro ha i capelli molli, tristi e puntuali come i risvolti della giacca che indossa. Il cameriere li accompagna al tavolo con rito abbreviato. Senza guardarsi si siedono, sollevano il menu, lo aprono alla stessa pagina specchiandosi nell’intero gesto con virtù da trapezisti. Sono uguali, pettinati diversamente. Due gemelli.


 
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