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Cats

Le recensioni più acide vanno solitamente ai film che dividono. L’adattamento cinematografico di Cats firmato Tom Hooper sembra invece essere lo strano caso che unisce e mette d’accordo per una volta tutta la critica.
Poche ore devono essere passate da che centinaia di artisti hanno ricominciato a respirare l’aria pura di Soho, che la loro tanta, troppa, ridicola dedizione è già stata investita dalla più indignata disapprovazione della stampa degli ultimi decenni. Non so se tanto accanimento abbia ragione d’essere o sia frutto del collettivo delirio, ma avendo visto il trailer e sapendo qualcosa della tormentata produzione, una considerazione generale posso comunque farla.
I tempi sono sufficientemente maturi perché il cinema che ha più soldi e più ne spende lasci perdere per un attimo il computer, alzi il culone da dove sta, e provi a riflettere sul suo ormai abituale, forsennato ricorso agli effetti visivi digitali.
Mi tocca citare John Lasseter—‘The art challenges technology. Technology inspires the art.’ Ma quando la tecnologia va per i cazzi suoi, beh, si salvi chi può.

 
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