—ac
FranzKline_LeGros_1961.jpg

stanze

Apecar

Vorrei sentire l’aria fresca
quando si muove lentamente
per non svegliare il sole,
il suo peso ad agosto.

Essere ingenuo come lei,
pensare che il primo ossigeno
possa durare fino a sera
e solo allora
con me morire.

Vorrei sentire in lontananza
un’ape di ferro spetazzare
sull’arida erta del cimitero,
smadonnare i colpi persi
giunta quasi a scollinare
e infine farcela
come un giorno qualunque
messo in terra da iddìo.

Un’ape al lavoro mentre sto fermo
non meno in affanno
matita in pugno e i fogli sul tavolo.

Solo ora
non più di un secondo
vorrei stare su quella terrazza
per sempre al mare.

La carta vuota
i campi gialli ardenti
e senza timore aspettare.


—ac