—ac
FranzKline_LeGros_1961.jpg

stanze

Re suicida

Cammini veloce per stare in piedi
non apri l’ombrello perché vuoi il cielo
la tua coperta.

Perché vinca l’acqua
che finalmente scende
ed è meno fredda della terra che lava.

La cosa più bella
le mani in tasca
e il canto ladro di un uccello stanco
in una sera d’asfalto.

Questa notte vera
immobile e dolce
che non cambia mai
non è mai la stessa.

Grida l’eco degli anni
del tempo che vince e torna
e crudelmente si nega.

Dei desideri perduti
le promesse mentite
con gli occhi aperti e la mente ebbra.

Sei il re suicida
che spegne il giorno
del bambino nato.

Un salmo nero
che scuote la spina da coccige a nuca
e avvelena lo spirito di ingenuo ardore.


—ac