Re suicida Cammini veloce per stare in piedi non apri l’ombrello perché vuoi il cielo la tua coperta. Perché vinca l’acqua che finalmente scende ed è meno fredda della terra che lava. La cosa più bella le mani in tasca e il canto ladro di un uccello stanco in una sera d’asfalto. Questa notte vera immobile e dolce che non cambia mai non è mai la stessa. Grida l’eco degli anni del tempo che vince e torna e crudelmente si nega. Dei desideri perduti le promesse mentite con gli occhi aperti e la mente ebbra. Sei il re suicida che spegne il giorno del bambino nato. Un salmo nero che scuote la spina da coccige a nuca e avvelena lo spirito di ingenuo ardore. —ac18 December 2019