Stato d’assedio
Stato della mente, stato d’assedio.
Su di me la notte materna e pietosa
la mia umida stanza di neon e asfalto.
Sotto i piedi un fiume, il suo moto oscuro
sia sangue denso o il mio vero catrame.
Cammino col viso dipinto di grasso
un riflesso di lama segna d’ambra la pelle.
Fitzrovia Fitzrovia d’amore tradito e rabbia.
Eppure è qui che affioro e vivo
e piangendo stringo di una talpa il cuore
nella vuota carcassa che soffocando indosso.
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