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gente e strade

Ambra e smeraldo

Sto camminando stralunato verso casa con i soliti pensieri immorali nello stomaco quando noto venire, nella direzione opposta, un’altra faccia ovale da fine giornata—la sua, a differenza della mia, sopra un drappeggio color ambra e verde smeraldo.
La vedo meglio, si tratta di una donna lenta e giusta che stimo avere una ventina d’anni più di me. Probabilmente è mia coetanea. Venendoci incontro scambiamo lo sguardo distratto di due viaggianti che verificano la reciproca conoscenza. Negativo, ma lei non sembra smettere di fissarmi, e quando siamo vicini abbastanza da convincermene, l’ambiguo feticismo si fa voce in un cordiale e sorridente, ‘buona serata.’
Toccato nel mio sordo altrove tradisco lo smarrimento, e mancando la destrezza di mostrare altrettanti denti, posso solo uno striminzito, quasi afono, ‘anche a lei.’
Ci diamo le spalle da meno di un passo e l’incontro è già un ricordo surreale. Non so chi sia. Non l’ho mai vista. Non è mai esistita. Ma che sia lei pazza o io stordito, il suo garbo antico e alieno non mi attraversa senza lasciare un segno—come una carezza amorevole mi sfiora, e assolve il mondo dei suoi peccati.


 
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