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Ayurveda

Il mio epatologo greco al Royal Free di Hampstead mi chiese una volta quali sostanze assumessi abitualmente oltre a quelle considerate convenzionali. Non potendo stupirlo con meglio—non essendomi chiaro cosa fosse da considerare convenzionale, ma sospettandolo—mi vennero in mente gli imbrogli medievali dai nomi biblici che mio cugino mi rifila periodicamente.
Triphala e brahmi, che mi aspettavo avrebbero provocato una reazione maiuscola, lo lasciarono indifferente, ma quando nominai wheatgrass, spirulina e chlorella—ovvero la trinità ayurvedica del benessere incondizionato, unica vera via per una vita eterna e oltraggiosamente prospera—lessi nell’assottigliarsi muto delle sue labbra un’esclamazione indicibile di greco orrore. Evidentemente sapeva di cosa stavo parlando. Evidentemente anche lui aveva un cugino calvo e ayurvedico.
Wheatgrass (erba di grano) è una polvere che proviene da un’erbetta molto simile a quella dei prati finti. Ha l’aspetto e l’odore del matcha, secondo molti quello della piscia. Nell’acqua fresca ha un gusto delicato, insperabilmente dolciastro. Lo bevo ogni tanto con latte di avena. In nessun caso possiede effetti lassativi. Spirulina e chlorella sono invece due alghe. Le compro in polvere, come se ne nutrono balene e semidei. Una polvere pesante, verde scuro, quasi nera e finissima. Rispetto all’erba di grano contengono più proteine, vitamine, antiossidanti—qualsiasi cosa siano—e costano di più, che è il vero aspetto rassicurante. Per quanto vengano dal mare, hanno un sapore simile ai semi di zucca, né salmastro, né saracco, né putre, comunque intenso oltre il decente e diversamente disgustoso. Fanno oggettivamente schifo, ma per una compulsione non meglio riconducibile che a una forma di mitridatismo metaforico, sono la prima cosa che bevo la mattina.
Non so quanto prodigiose siano davvero erba e alghe, ma è evidente che la loro inspiegabile indispensabilità trascenda quel sapere, e che in fondo al segreto della loro infestante presenza stia la salvezza dei loro devoti martiri.


 
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