Pecora nera
Mi innamoro molto facilmente
delle persone
che finita una grossa tazza di caffè nero
si alzano dalla sedia con il culo
e senza chiamare il servizio al tavolo
vanno
ne ordinano un’altra
tornano a sedersi
appassionati aspettano
mentre guardano con gli occhi
chi gli sta di fronte
me
che pure leggo e sorseggio e scrivo
e con disinvoltura dicono, questo
è un buon caffè.
In questo bosco
Le mie impronte
in questo bosco
vengo a cercare
a trovarle fresche.
Vi porto a morire un dio malsano
a mendicare un uomo folle.
I pensieri
come persone a seppellire
perché altri ne nascano
ancora.
Addio conducente
Addio conducente.
Il suo cenno tagliato
da un riflesso di plastica
e non fa freddo.
Mi guarda nuda da una panchina
una ragazza sola con il cappuccio azzurro.
Piatta silente senza corpo
la mia ombra incompiuta le scivola addosso.
Sono lunghi e storti i corridoi della notte.
Nel sottobosco hanno sparso
un trito di foglie, di legno fresco.
Profumo incanto di vaniglia e mandorla
quasi erba di dolci illusioni
quasi casa.
Madonna minore
La necessità dell’assurdo
seme infertile di incoerenza.
Sospettare la via del senno,
scavando a gomiti quella del cristo.
Il tempo verme in cui indisponente striscio
verboso e molesto con chi ridendo mi ama.
E con la pagina, su cui in versi rotti sputo sale e ruggine.
Quello in cui sono più vivo,
per cui farò ammenda perché vergogna è vita
quando il buco del cesso sarà più largo delle mie spalle.
Perché è quello che sono, e non mi sbaglio,
una madonna minore senza velo, senza mutande.
Felicità dei sassi
La gioia del pensiero,
dell’essere vivente unica fonte
di paura e di ansia—
insoddisfazione
incomprensione
odio rabbia e disagio.
Paradosso delle creature pensanti
è la felicità incontaminabile dei sassi,
unica vera sconosciuta e possibile.